Ricerca Scientifica

La ricerca scientifica è essenziale per migliorare la propria pratica clinica, in quanto direziona il nostro agire e ci permette di affinare conoscenze e competenze.

Ecco gli articoli a cui abbiamo contribuito personalmente oppure che riteniamo particolarmente interessanti.

Impatto dello stress, del sistema immunitario e dei segnali dal sistema endocrino e nervoso sulla fascia

La risposta allo stress, attraverso il rilascio di glucocorticoidi e catecolamine e modificando le risposte endocrine, neurali e immunitarie, può influenzare la funzione dei fibroblasti e dei miofibroblasti che risiedono in tutto il corpo e più specificamente nella fascia, un tessuto connettivo onnipresente e multifunzionale che supporta il corpo. Nel presente documento, esaminiamo queste risposte indotte dallo stress basandoci sulla psiconeuroendocrinoimmunologia.

Performance Sportiva e Terapie Manuali: Una Revisione sugli Effetti sulla Risposta Mitocondriale, Sarcoplasmatica e del Flusso di Ca2+

La risposta allo stress, attraverso il rilascio di glucocorticoidi e catecolamine e modificando le risposte endocrine, neurali e immunitarie, può influenzare la funzione dei fibroblasti e dei miofibroblasti che risiedono in tutto il corpo e più specificamente nella fascia, un tessuto connettivo onnipresente e multifunzionale che supporta il corpo. Nel presente documento, esaminiamo queste risposte indotte dallo stress basandoci sulla psiconeuroendocrinoimmunologia.

Variabilità della Frequenza Cardiaca nel Periodo Perinatale: Una Revisione Critica e Concettuale

Le unità di terapia intensiva neonatale (TIN) ampliano notevolmente l’uso della tecnologia. È necessario diagnosticare con precisione il disagio, il dolore e le complicazioni, come la sepsi, principalmente prima che si verifichino. Sebbene siano possibili trattamenti specifici, essi sono spesso lunghi, invasivi o dolorosi, con effetti negativi sullo sviluppo del neonato. Negli ultimi 40 anni, la variabilità della frequenza cardiaca (HRV) è emersa come una misura non invasiva per monitorare i neonati, ma è ancora sottoutilizzata. Pertanto, il presente documento mira a rivedere l’utilità della HRV in neonatologia e gli strumenti disponibili per valutarla, mostrando come la HRV potrebbe essere uno strumento innovativo negli anni a venire. Quando monitorata continuamente, la HRV potrebbe aiutare a valutare il benessere generale e lo sviluppo neurologico del bambino, rilevare comportamenti legati allo stress/dolore o condizioni patologiche, come la sindrome da distress respiratorio e l’iperbilirubinemia, decidere quando eseguire procedure per ridurre lo stress/il dolore del bambino e interventi come l’ipotermia terapeutica, e evitare complicazioni gravi, come la sepsi e l’enterocolite necrotizzante, riducendo così la mortalità. Basandosi sulla letteratura e sulle esperienze precedenti, il primo passo per introdurre efficacemente la HRV nelle TIN potrebbe consistere in un sistema di monitoraggio che utilizzi la fotopletismografia, che è a basso costo e non invasiva, e che visualizzi una o poche metriche con una buona utilità clinica. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale clinico della HRV e migliorare notevolmente la cura neonatale, i sistemi di monitoraggio dovranno basarsi sulla bioinformatica moderna (algoritmi di machine learning e intelligenza artificiale), che potrebbe integrare facilmente le metriche HRV dell’infante, i segni vitali e, soprattutto, la storia clinica, elaborando modelli capaci di monitorare e prevedere efficacemente le condizioni cliniche del neonato. Per questo motivo, gli ospedali e le istituzioni dovranno stabilire strette collaborazioni tra i dipartimenti di ostetricia, neonatologia e pediatria: in questo modo, l’assistenza sanitaria migliorerebbe veramente in ogni fase del periodo perinatale (dal concepimento ai primi anni di vita), poiché le informazioni sulla salute dei pazienti fluirebbero liberamente tra diversi professionisti e si potrebbero svolgere ricerche di alta qualità integrando i dati registrati in quei dipartimenti.

Le Sfide e le Prospettive dell’Integrazione tra Realtà Virtuale e Aumentata e le Terapie Manuali

La realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR) sono state combinate con la riabilitazione fisica e i trattamenti psicologici per migliorare le reazioni emotive dei pazienti, l’immagine corporea e la funzione fisica. Tuttavia, nessuna indagine dettagliata ha valutato la relazione tra VR o AR e le terapie manuali (MT), che sono approcci basati sul tatto che coinvolgono la manipolazione dei tessuti per alleviare il dolore e migliorare l’equilibrio, la stabilità posturale e il benessere in diverse condizioni patologiche. La presente revisione tenta di esplorare se e come VR e AR possano essere integrate con le MT per migliorare l’assistenza ai pazienti, con particolare attenzione all’equilibrio e a campi come il dolore cronico che necessitano di un approccio che coinvolga sia la mente che il corpo. Le MT si basano essenzialmente sul tatto per indurre stimolazioni tattili, propriocettive e interocettive, mentre VR e AR si basano principalmente su stimolazioni visive, uditive e propriocettive. Le MT potrebbero aumentare l’immersione complessiva dei pazienti nell’esperienza virtuale inducendo il tono parasimpatico e rilassando la mente, migliorando così gli effetti di VR e AR. VR e AR potrebbero aiutare i terapisti manuali a superare le credenze negative dei pazienti sul dolore, affrontare i problemi emotivi legati al dolore e istruirli sulla postura e sui movimenti funzionali. VR e AR potrebbero anche coinvolgere e cambiare le mappe neurali sensomotorie che il cervello utilizza per affrontare gli stress ambientali. Pertanto, combinare le MT con VR e AR potrebbe definire un intervento mente-corpo completo che utilizza stimolazioni psicologiche, interocettive ed esterocettive per riequilibrare l’integrazione sensomotoria, le percezioni distorte, comprese quelle visive e dell’immagine corporea. Per quanto riguarda la tecnologia necessaria per integrare VR e AR con le MT, i visori montati sulla testa potrebbero essere i dispositivi più adatti, essendo a basso costo e permettendo anche ai pazienti di seguire la terapia VR a casa. Ci sono abbastanza evidenze per sostenere che integrare le MT con VR e AR potrebbe aiutare i terapisti manuali a offrire trattamenti migliori e completi ai pazienti. Tuttavia, i terapisti necessitano di strumenti validi per identificare quali pazienti potrebbero beneficiare di VR e AR per evitare potenziali effetti avversi, e sia i terapisti che i pazienti devono essere coinvolti nello sviluppo delle applicazioni VR e AR per definire terapie veramente centrate sul paziente. Inoltre, studi futuri dovrebbero valutare se l’integrazione tra MT e VR o AR è praticamente fattibile, sicura e clinicamente utile.

Neurofisiologia, Interazioni Neuro-Immunitarie e MeccanoBiologia nell’Osteopatia nel Campo Craniale: Una Prospettiva Informata dalle Evidenze per una Razionalità Scientifica

(1) Introduzione: L’osteopatia nel campo craniale (OCF) è un approccio distintivo all’interno dell’osteopatia, che si concentra sulla manipolazione manuale della regione craniale. Tuttavia, l’OCF suscita dubbi nella comunità scientifica poiché si basa su modelli obsoleti. Questo articolo prospettico analizza criticamente le conoscenze attuali nei campi della neurofisiologia e della meccanobiologia per proporre una razionalità informata dalle evidenze per l’OCF. (2) Metodi: Il quadro di riferimento utilizzato nell’attuale articolo prospettico segue le linee guida per la redazione di un commentario. (3) Risultati: I principali risultati dell’articolo si concentrano sulla stimolazione tattile dei recettori esocraniali e sulle loro implicazioni nella gestione delle sindromi algico-disfunzionali craniofacciali implementando l’OCF. (4) Conclusioni: Stabilendo una razionalità basata sulle evidenze per l’OCF, questa ricerca mira a guidare le future direzioni nell’OCF e a contribuire a un approccio più centrato sul paziente ed efficace per la salute e il benessere.

Una Revisione sul Nervo Vago e il Sistema Nervoso Autonomo Durante lo Sviluppo Fetale: Alla Ricerca di Finestra Critiche

Il sistema nervoso autonomo (SNA) è uno dei principali sistemi biologici che regolano la fisiologia del corpo. La capacità di regolazione del sistema nervoso autonomo inizia prima della nascita, poiché l’attività simpatica e parasimpatica contribuisce in modo significativo allo sviluppo del feto. In particolare, diversi studi hanno dimostrato come il nervo vago sia coinvolto in molti processi vitali durante la vita fetale, perinatale e postnatale: dalla regolazione dell’infiammazione attraverso la via colinergica anti-infiammatoria, che può influenzare il funzionamento di ciascun organo, alla produzione di ormoni coinvolti nel metabolismo bioenergetico. Inoltre, il nervo vago è stato riconosciuto come la principale via afferente in grado di trasmettere informazioni al cervello da ogni organo del corpo. Pertanto, questo articolo mira a rivedere lo sviluppo dell’SNA durante la vita fetale e perinatale, concentrandosi in particolare sul nervo vago, per identificare possibili “finestre critiche” che potrebbero influenzarne la maturazione. Queste “finestre critiche” potrebbero aiutare i clinici a sapere quando monitorare i feti per valutare efficacemente lo stato di sviluppo sia dell’SNA che, specificamente, del nervo vago. Inoltre, questo articolo si concentrerà su quali fattori—ossia, caratteristiche e comportamenti fetali, stile di vita e patologie materne, salute e disfunzioni placentari, travaglio, condizioni dell’incubatrice e esposizione ai farmaci—possono avere un impatto sullo sviluppo del nervo vago durante la suddetta “finestra critica” e come. Questa analisi potrebbe aiutare i clinici e le parti interessate a definire linee guida precise per migliorare la gestione dei feti e dei neonati, in particolare per ridurre i potenziali impatti ambientali negativi sullo sviluppo dell’SNA che possono portare a conseguenze persistenti a lungo termine. Poiché lo sviluppo dell’SNA e l’influenza del nervo vago sono stati dimostrati essere riflessi nella variabilità cardiaca, questo articolo si baserà in particolare su studi che utilizzano la variabilità della frequenza cardiaca fetale (fHRV) per monitorare la crescita e la salute continua sia dei feti animali che umani. Infatti, la fHRV è un indicatore non invasivo i cui cambiamenti sono stati associati allo sviluppo del SNA, alla modulazione vagale, alle reazioni infiammatorie sistemiche e neurologiche, e persino al distress fetale durante il travaglio.

Un’analisi approfondita della teoria polivagale alla luce delle attuali scoperte in neuroscienze e ricerca clinica

La teoria polivagale ha portato alla comprensione delle funzioni del sistema nervoso autonomo nello sviluppo biologico umano, poiché il sistema vagale, una struttura chiave all’interno della teoria polivagale, svolge un ruolo significativo nell’affrontare le sfide della diade madre-figlio. Questo articolo mira a riassumere gli aspetti neurobiologici della teoria polivagale, evidenziando alcuni dei suoi punti di forza e delle sue limitazioni attraverso la lente delle nuove evidenze emergenti in diversi campi di ricerca—includendo anatomia comparativa, embriologia, epigenetica, psicologia e neuroscienze—nei 25 anni dalla nascita della teoria. Rileggere e rivedere l’idea polivagale alla luce delle moderne scoperte scientifiche aiuta a interpretare il ruolo del nervo vago attraverso la dimensione temporale (a partire dalla vita intrauterina) e la dimensione spaziale (a causa delle numerose connessioni del vago con varie strutture e sistemi) nel raggiungimento e mantenimento del benessere biopsicosociale, dall’utero all’età adulta.

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Crediti per le immagini esterne
Foto di Jair Lázaro su Unsplash
Foto di Christian Bowen su Unsplash
Bonaz B, Sinniger V and Pellissier S (2021) Therapeutic Potential of Vagus Nerve Stimulation for Inflammatory Bowel Diseases. Front. Neurosci. 15:650971. doi: 10.3389/fnins.2021.650971